Dove andiamo? Dove ci portano?
Al paese di Pitchipoi.
Si parte che ancora è buio, e ci s’arriva che già è buio
E’ il paese dei fumi e delle urla
Ma perché le nostre madri ci hanno lasciato?
Chi ci darà l’acqua per la morte?”
(Elsa Morante, La Storia, Torino 1974, p. 145)
“… anche i morti non saranno al sicuro dal nemico, se egli vince. E questo nemico non ha smesso di vincere”.
(Walter Benjamin, Tesi di filosofia della storia, tesi n. 6)
Stelle e triangoli cuciti su logori pigiami a strisce, simboli a colori.Donne, uomini, bambini trasformati in cose anonime, stücken, pezzi da collocare nello scaffale della morte ad Auschwitz-Birkenau, Mauthausen, Treblinka.Triangoli e stelle che non sono in bianco e nero, non sono storia passata. Sono un patchwork colorato di memoria attuale.
Dai palazzi del potere oggi ci dicono che per difendere le nostre mamme e le nostre pance ingrassate sarebbe bene “usare con gli immigrati lo stesso metodo delle SS: punirne dieci per ogni torto fatto a un nostro cittadino”, e che “nelle misure più drastiche applicate dal Nazismo e dal Fascismo c’era qualcosa di buono”.
Allora, forse, il “Paese dei Fumi e delle Urla” siamo noi.