Potere politico e temporale. Estetica minimale e suggestioni medioevali. Le antiche Laudes Regiae che risuonano cupe nel Salone. Nel nuovo progetto di A.M. si intrecciano passato e presente, spiritualità e laicismo in un percorso visivamente severo, rigoroso e di grande pulizia formale. Il messaggio, però, emerge forte e sembra urlare a chiare lettere l’inquietante legame tra storia antica e politica odierna, squarciando il salone ieraticamente scandito dagli elmi rossi. Si intonavano laudes a Cristo Re per sostenere il potere e la supremazia in terra di coloro che ne diventavano i vicari, attraverso l’incoronazione e la legittimazione spirituale ad un potere, di fatto, ben più radicato tra le nostre povere cose terrene.
Ed ecco che allora l’artista richiama la nostra attenzione sulla politica papale contemporanea, conservatrice e ferma sulle proprie posizioni dogmatiche, quanto sulle ingerenze politiche. Nello stesso tempo il potere statunitense - tutto terreno - si fa portavoce di una nuova esigenza -indotta?- di spiritualità, di giustizia e buoni sentimenti che portano però ad una guerra preventiva - che tanto ricorda le crociate di cristiana memoria - sobillata da certa demagogia che forse qualcosa ha da spartire con l’arte acclamatoria di queste laudes. La riflessione intorno a questi temi si ritrova nel lavoro di diversi artisti contemporanei, con prese di posizione anche molto forti.
Il recente progetto Los Anarquistas di Santiago Sierra realizzato a Roma durante la notte di Natale, con la partecipazione di un gruppo di anarchici militanti assoldati dall’artista ad ascoltare in silenzio la Messa del 24 Dicembre officiata dal Papa, ci parla proprio del potere secolare ancora così radicato a Roma; mentre Maurizio Cattelan immortala, ne La Nona Ora, un Papa Giovanni Paolo II abbattuto da un meteorite, accidentale ma semplice nella sua assurdità, ben lontano dall’imponente e sfarzoso apparato pubblicitario realizzato in occasione della successiva morte, vera, del Pontefice.
L’interfacciarsi di A.M. a opere d’arte classiche e immaginari storici, soprattutto veneti, trasforma però i suoi lavori in qualcosa di diverso da una pura critica al sistema: il dialogo con il contesto che lo circonda riesce a produrre lavori tanto attuali quanto intimamente legati alla struttura stessa della storia dell’arte. In The Main Show compare la Pietà del Canova, iconologia cristiana e nello stesso tempo messaggio massmediatico imponente quanto imperituro, mentre in Le nostre idee vinceranno è un dipinto conservato al Museo Mocenigo di Venezia il nodo da cui si sviluppa il lavoro dell’artista.
Partendo dalla narrazione di un fatto storico - la Battaglia Navale dove Zaccaria Mocenigo sacrificò la sua stessa vita e quella di tutto l’equipaggio per non arrendersi al nemico-, A.M riflette sull’esigenza del martirio e della sua trasposizione contemporanea, in un clima di impossibilità di dialogo e convivenza tra diverse culture, dove il kamikaze musulmano di oggi si riflette nel ricordo del sacrificio di un veneziano del Seicento. Il Lupo di Passau, simbolo dell’ars bellica, continua a correre nel salone del Camino, in un ideale legame tra ciò che eravamo, e ciò che tuttora siamo.