Sono immediatamente chiari, a chi osserva queste inquadrature di Andrea Morucchio, i modelli di linguaggio visivo che lo ispirano. L’ indagine urbana che i fotografi autori, in tutto il mondo, stanno oggi conducendo, è un’ indagine artistica e contemporaneamente esistenziale. Il segno strutturale ( una volta si dic...eva ‘la composizione’ ) è netto. In certi casi prevede campiture geometriche, in altri viene chiuso in aree curve molto ben profilate.
I materiali ferrosi, arrugginiti, i muri intonacati o verniciati, i graffiti, i lembi di stoffa o plastica ... ci riportano ( se l’ occhio non è distratto ) alle visioni dell’ arte non figurativa. Ma non illudiamoci. La fotografia non è mai astratta, malgrado ogni apparenza. Di questi scenari noi riconosciamo la collocazione, le ore del giorno e della sera, le funzioni dell’ abitare. I ragazzi pronti a giocare a basket, le donne che stenderanno il bucato, le coppie abbracciate sui divani :...tutti sono per ora nascosti, ma possiamo immaginarli senza fatica. L’ uomo è qui assente ma presente, tutto appare artificiale, eppure vissuto. Tutto è manufatto. A Cuba come a Venezia, o in Sicilia... Andrea non ha scampo. Lo incalzano richiami, luci ed oggetti, usati da tempo e che ci raccontano il tempo. La brillantezza apparente dei colori, la grazia del chiaroscuro, non possono ingannarci.
Queste fotografie non sono decorative, malgrado tutto. Sono il frutto di un recupero raffinato di forme, dentro cui stanno però chiusi dei pezzi della nostra vita. Vicende non facilmente narrabili, enigmi privati e sociali. Sono fotografie che si possono leggere in modo veloce, occhiate piene di dinamismo. Ma che si può tentare anche di decifrare con lentezza e rispetto. Noi possiamo trovare qui l’ eco di nostre emozioni, di lontane esperienze, di ricordi dolcissimi o di oscure tensioni. Alla fine, c’è un po’ di noi stessi in ognuna.