All’interno di una ricerca artistica multidisciplinare e sperimentale come quella che contraddistingue il percorso professionale di Andrea Morucchio, l’idea di bellezza in un determinato contesto spazio temporale rappresenta uno dei nuclei delle sue indagini estetiche.Tuttavia, questa idea viene coltivata con un autentico scopo creativo: concepire l’arte come l’ultima roccaforte dove è possibile esercitare oggi la critica sociale e culturale, o la libera espressione in una società resa diffidente dalla disinformazione imperante.
Con tale senso umanistico dell’opera, il progetto “Puzzling Pop” acquisisce un’ampia coerenza semantica, innovando l’eredità della Pop Art, movimento pionieristico nella denuncia dell’alienazione dei sistemi di comunicazione omologati e standardizzati della società dei consumi. Avvalendosi di strategie citazioniste e revisioniste, Morucchio interviene sui famosi ritratti di icone dei media di Andy Warhol, con una tecnica di collage digitale – la giustapposizione di frammenti fotografici di ali di farfalla – con cui decostruisce la morfologia dei volti. I soggetti si dotano di una nuova tessitura visiva, dovuta alle alterazioni cromatiche e alle tracce espressive di un puzzle che ne rinnova il senso di individualità.
Morucchio, interessato sia all’immagine retinica che al suo lessico simbolico, ripropone l’ontologia del ritratto nella sua costante mutazione e dissomiglianza che non permette di fissare con assoluta precisione alcuna immagine culturale o storica, dove il potenziale “dell’essere nella sua unicità” risiede nell’alterità e nella versatilità.
La serie "Fantastic Portrait" costituisce una nuova declinazione del ritratto a cui l'artista dedica il suo innegabile virtuosismo con la composizione di teste grottesche composte dalle stesse tessere utilizzate per la realizzazione di "Puzzling Pop".
L'intento è sia quello di rispecchiare creativamente la natura con ali di farfalla, sia quello di avvicinarsi al carattere dei soggetti con opere che "ritraggono" il connubio tra natura e psiche umana; al di là dei suoi canoni rappresentativi, l'inquietante trasfigurazione del volto sotto l'effetto dell'illusionismo ottico rivela il suo essere vivificatore.
Andrea Morucchio è l'artefice di queste immagini oniriche e inconsce dallo sguardo statico e allucinato, che diventano espressione di un viaggio nella tradizione del fantastico nell'arte occidentale e di nuove letture di un dada-surrealismo, ma soprattutto di preoccupazioni del momento portate avanti con grande inventiva e precisione, non senza il piacere ludico dell'arte.