In-Equilibrio | Venezia
In-Equilibrio September 10 - 18, 2017 | sculpture | Veniceartfactory, Venezia Event: Venice Glass Week curated by Francesca Giubilei, Luca Berta
When we talk about glass it is always a question of form, color, transparency, lightness, and therefore of technical wisdom, treatment of the material, study, experience. Now, a first look at IN-Equilibrio's works is sufficient to understand that all this is necessary, but not enough in the case of Michele Burato, Andrea Morucchio and Silvano Rubino. For these three artists glass is the grammar of a speech. Not the material with which to simply give substance to an idea. All three are contemporary artists working with different media, in addition to glass. In particular, Burato, Morucchio and Rubino have all extensively explored photography as a means of expressive research. For Burato, Morucchio and Rubino, glass is language, not form. It is discussion, not translation. For this reason, the glass of their works does not appear in its clear, recognizable, retinically pacifying forms. IN-Equilibrio is black, white, red. The black satin glass of Morucchio's helmets (Celata, 2009), in which the medieval shape of the protective headgear absorbs the light and reflects it in pulverized flashes. The gaze of the observer struggles to focus on the exact point of the surface, as if the fulcrum of the vision always fell a hair on this side, or beyond it. Maybe just where the eyes should be, invisible behind the celata / helm. And Morucchio relaunches the enigmatic nature of this concealed gaze, placing two helmets facing each other, along the direction of an impossible, absent gaze that traps ours without offering it a place to stop. As still happens in the two crosses Cross Shoots of black tiles, aligned along the wall to trace an interrupted line, which our mind tries to reconstruct in the absence on the white wall.
Quando si parla di vetro è sempre una questione di forma, colore, trasparenza, leggerezza, e dunque di sapienza tecnica, trattamento del materiale, studio, esperienza. Ora, è sufficiente una prima occhiata alle opere di IN-Equilibrio, per capire che tutto questo è necessario, ma non basta nel caso di Michele Burato, Andrea Morucchio e Silvano Rubino. Per questi tre artisti il vetro è la grammatica di un discorso. Non la materia con cui dare semplicemente corpo a un’idea. Tutti e tre sono artisti contemporanei che lavorano con diversi supporti, oltre al vetro. In particolare, Burato, Morucchio e Rubino hanno tutti esplorato estensivamente la fotografia come strumento di ricerca espressiva. Per Burato, Morucchio e Rubino il vetro è linguaggio, non forma. È discussione, non traduzione. Per questo il vetro delle loro opere non si presenta nelle sue forme limpide, riconoscibili, retinicamente pacificanti. IN-Equilibrio è nero, bianco, rosso. Il vetro nero satinato degli elmi di Morucchio (Celata, 2009), in cui la foggia medievale del copricapo protettivo assorbe la luce e la riflette in bagliori polverizzati. Lo sguardo dell’osservatore fatica a mettere a fuoco il punto esatto della superficie, come se il fulcro della visione cadesse sempre un pelo al di qua, o al di là di essa. Forse proprio nel punto in cui dovrebbero trovarsi gli occhi, invisibili dietro la celata. E Morucchio rilancia l’enigmaticità di questo sguardo occultato, ponendo due elmi uno di fronte all’altro, lungo la direttrice di uno sguardo impossibile, assente, che intrappola il nostro senza offrirgli un luogo dove sostare. Come accade ancora nelle due croci di formelle nere, allineate lungo la parete a tracciare una linea interrotta, che la nostra mente cerca di ricostruire in assenza sul muro bianco.
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